Login

Registrati

Dopo aver creato un account, sarai in grado di tracciare lo stato dei tuoi pagamenti, traccia la conferma e potrai valutare il tour dopo averlo terminato.
Username*
Password*
Conferma Password*
Nome*
Cognome*
Data di Nascita*
Email*
Telefono*
Nazione*
* Creare un account significa che accetti i nostri Termini di Servizio e l'Informativa sulla Privacy.
Please agree to all the terms and conditions before proceeding to the next step

Sei già registrato?

Login

Login

Registrati

Dopo aver creato un account, sarai in grado di tracciare lo stato dei tuoi pagamenti, traccia la conferma e potrai valutare il tour dopo averlo terminato.
Username*
Password*
Conferma Password*
Nome*
Cognome*
Data di Nascita*
Email*
Telefono*
Nazione*
* Creare un account significa che accetti i nostri Termini di Servizio e l'Informativa sulla Privacy.
Please agree to all the terms and conditions before proceeding to the next step

Sei già registrato?

Login

Il Castello

Il Castello

L’insediamento d’altura, prospiciente il Golfo di Salerno e la Costiera amalfitana, si configura secondo uno schema abbastanza comune.

Il territorio di Olevano si caratterizza tra XI e XIII secolo per la presenza dominante del borgo fortificato, il castrum Olibani, oggi nel territorio della frazione Salitto, sul monte Castello a circa 700 metri s.l.m., dove presumibilmente risiedeva la maggior parte della popolazione olevanese nel Medioevo.

L’insediamento d’altura, prospiciente il Golfo di Salerno e la Costiera amalfitana, si configura secondo uno schema abbastanza comune, con una grande residenza signorile sulla vetta (elevata nel XIII secolo) al di sotto della quale si sviluppa il villaggio, difeso da una cortina muraria, costituito da circa 50 abitazioni edificate lungo un tortuoso reticolo di sentieri interni, alcune delle quali presentano tracce di attività produttive (frantoi, botteghe di vasai); lungo il viottolo principale del borgo che conduceva alla parte alta del castello sorgeva almeno dal X secolo una chiesa ricca di affreschi e dotata di fonte battesimale.

Una terza cinta delimita un vasto pianoro, una piazza d’armi, realizzata intorno al 1290 al tempo della Guerra del vespro. Così appare oggi il castello di Olevano, ma il complesso è il frutto di circa 600 anni di interventi continui.

Scavi archeologici condotti negli scorsi anni hanno infatti mostrato una fase di occupazione del borgo risalente almeno al IX secolo.  Il borgo sembra essersi sviluppato tra XI e XII secolo intorno ad una piccola chiesa con case in pietra e edifici produttivi. L’abbandono del borgo può essere datato al XIII secolo.

Altre indicazioni cronologiche provengono dall’osservazione di quanto rimane in elevato. La prima cinta muraria si può datare agevolmente, in base alla tipologia delle torri scarpate a pianta circolare, ad età angioina (XIII-XIV) secolo, mentre il recinto che chiude l’area signorile è collocabile, per la tipologia delle torri a pianta quadrata, ad età sveva (prima metà XIII secolo). Le strutture della residenza del castellano  evidenziano una serie numericamente cospicua di interventi. In sintesi possiamo osservare che una primitiva fase del sito (in età longobarda?), vide la presenza di un grosso torrione centrale sullo stretto e lungo pianoro tra i due spuntoni di roccia. Successivamente, in età normanna vi fu un primo ampliamento dell’insediamento, fino alla grande fase di riconsiderazione delle strutture del castello databile ad età sveva: intorno al 1230 fu edificata una nuova ala dell’edificio, che percorreva in l’intero corridoio naturale tra le due rocce. Lungo il lato settentrionale fu realizzato l’accesso al palazzo. La nuova ala si sviluppava su tre livelli. Uno stretto corridoio che affacciava verso la valle, collegava  gli ambienti dislocati al secondo piano. Il piano terra conserva nel primo ambiente tracce di affreschi policromi. Dall’altro lato della torre, verso la valle del Tusciano, si edificarono altri ambienti: in particolare di grande interesse e suggestione appare un’ampia aula rettangolare terminante in un grande fornice costruito, apparentemente senza chiusure, sullo strapiombo, in posizione dominante sulla stretta gola del fiume.  Lungo le pareti di questa aula si possono ancora osservare lacerti di raffinati affreschi policromi che riproducono motivi floreali. Un’altra aula più a Sud ad una sola navata con grandi finestre verso la valle, conclude verosimilmente la parte residenziale signorile.

Con questa nuova disposizione dell’edificio la parete esterna funzionò quasi da muro di cinta, protetto dalle alte rupi calcaree a N e a S, quasi due torri naturali, anch’esse munite di strutture difensive, mentre la parte più qualificata architettonicamente era collocata sul lato del Tusciano di fronte alla Grotta di San Michele .

In questa fase la dimora sommitale si configura come un vero e proprio palazzo con ampie sale e raffinati affreschi. Per alcuni elementi strutturali, quali i larghi archi acuti ancora visibili, è possibile datare ad età sveva questo intervento (prima metà XIII secolo)

A questo punto è interessante osservare come l’età sveva segni un deciso momento di svolta nelle vicende del castello di Olevano: si riqualifica la zona sommitale, si riconsiderano gli apprestamenti difensivi e, con ogni probabilità, si abbandona il borgo. E’ possibile trovare un filo che colleghi questi accadimenti?  Forse è possibile fare un po’ di chiarezza ricorrendo alla documentazione di archivio.  

Le fonti scritte attestano, a partire dall’XI secolo, frequenti contrasti tra la Chiesa salernitana e gli abitanti di Olevano. Le controversie riguardavano questioni legate all’esercizio di alcuni poteri signorili, in particolare la proibizione per gli olevanesi di costruire mulini e trappeti, potenti simboli delle prerogative signorili arcivescovili ad Olevano e strumenti di controllo della produzione.

La concentrazione di una parte della popolazione all’interno del castello indubbiamente consentiva al dominus, tra le altre cose, un controllo efficace sulla crescita e un più comodo esercizio delle prerogative signorili.  Intorno alla metà del XIII secolo l’antica signoria della Chiesa salernitana su Olevano è scossa dall’intromissione di un inatteso potere divenuto concorrente.

Nel 1230 Federico II confiscò il castrum Olibani alla Chiesa salernitana, ponendolo sotto diretto controllo dell’imperatore, e affidandolo immediatamente ad uno dei suoi più fidati consiglieri, Ermanno di Salza, gran Maestro dell’Ordine teutonico, un ordine costituito da cavalieri consacrati alla vita monastica il cui scopo principale era l’assistenza e la protezione dei pellegrini che si recavano in Terrasanta.

La presenza di un illustre castellano quale Ermanno di Salza, giustificherebbe anche la costruzione del grande palazzo sommitale. Ermanno, originario della Turingia, era infatti, come si è accennato, uno dei più ascoltati consiglieri dell’imperatore svevo, un personaggio straordinario: Gran Maestro dell’ordine di Santa Maria dei Teutonici, dal 1226 signore della Prussia, considerato uno dei fondatori di quello stato, fu il mediatore principale nei rapporti burrascosi tra Federico II e papa Gregorio IX.

Le cronache narrano che Ermanno morì a Salerno la mattina di Pasqua del 1239 ma non è improbabile però che la morte lo abbia colto proprio ad Olevano, nella sua residenza sul castello. Anche dopo la morte di Ermanno, l’ordine Teutonico continuò ad esercitare il controllo sul castrum Olibani: così nel 1240 troviamo i frates Ugone e Wilganto custodi del castello, prima che venga consegnato a Roderio de Rotunda per volontà di Federico II e, ancora nel 1255 un Theutonico detiene il castello e a questi l’arcivescovo di Salerno dovrà pagare ben 250 once d’oro se vorrà riscattarlo. La presenza di questi personaggi, in particolare di Ermanno, indica il posto di rilievo che il castello di Olevano doveva occupare nelle considerazioni dell’imperatore. Dopo la Guerra del Vespro, nel corso della quale il castello di Olevano giocò un ruolo non secondario nella difesa della regione a nord del fiume Sele, l’antico maniero venne progressivamente abbandonato.